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Music News di Augusto Sciarra
Notizie dall’Italia e dal Mondo
27-01-2017 17:09

(ilsole24ore.com)
Tutti i colori del rock dai Dream Theater ai Flaming Lips
I Flaming Lips hanno pubblicato “Oczy Mlody”, album nel quale giocano con l'estetica di “Arancia Meccanica”. Lo presenteranno lunedì 30 gennaio, all'Alcatraz di Milano. Sum 41 si divideranno tra il Gran Teatro Geox di Padova (28 gennaio), il Mediolanum Forum di Assago (29 gennaio) e l'Atlantico Live di Roma (31 gennaio).
A Fontanafredda (Pordenone), il 27 gennaio, all'Astro Club, si esibisce Glen Matlock, storico bassista dei Sex Pistols, alle prese con il concerto inaugurale della mostra «Punk. Da New York a Londra». I Biffy Clyro, “migliore live band” secondo Onstage Magazine saranno ospiti al prossimo Festival di Sanremo, ma intanto fanno tappa al Fabrique di Milano (2 febbraio), all'Atlantico di Roma (6 febbraio) e al Gran Teatro Geox di Padova (7 febbraio).
Dream Theater, tour di “Image, Words & Beyond”, due date all'Auditorium di Roma il 30 e il 31 gennaio, al Gran Teatro Geox di Padova l'1 febbraio e al Forum di Assago il 4 febbraio. Domenica 29 gennaio al Live Club di Trezzo d'Adda (Milano) suonano gli svedesi HammerFall. Cage the Elephant, il 31 gennaio, data unica al Fabrique di Milano.
Sanremo 2017 – Parole & Musica: Ron
“A 16 anni sono andato al Festival di Sanremo. In quel momento mia mamma si è resa conto che la mia vita sarebbe cambiata, che avrei incominciato a viaggiare, che non sarei più stato il Rosalino di una volta. Non mi ha ostacolato, ma ha sofferto ed è entrata in crisi. Mi ritengo fortunato perché i miei genitori hanno intuito da subito che quando cantavo era come se fossi sulle stelle”.
“Ho sempre considerato la musica un dono straordinario. Quando ci fu il colpo di stato in Cile ho composto la musica per una poesia di Neruda. Francesco De Gregori mi ha inviato a cantarla durante un suo concerto. Il pubblico mi ha fischiato perché mi hanno riconosciuto come quello de “Il gigante e la bambina”. Vedevano in me un personaggio televisivo che aveva raggiunto la popolarità con delle canzoni commerciali. Ma per me l’importante era restare nella musica. E così ho cominciato a collaborare con Lucio Dalla, De Gregori, Venditti”.
“Qualche anno fa sono andato a New York per tre mesi. Ogni sera andavo in un pub che offriva al pubblico la possibilità di esibirsi su un piccolo palco. Una sera ho cantato “Anima” e alla fine ci fu un applauso. E’ stato un momento in cui mi sono sentito orgoglioso di me stesso, a maggior ragione che ero in un posto dove nessuno mi conosceva”.
“Piazza Grande è nata mentre ero in crociera con Lucio Dalla. Abbiamo composto insieme la musica, il testo è stato scritto da Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi. Ogni volta che ho scritto una canzone non l’ho fatto per altri, ma per me stesso. Un esempio: “Attenti al Lupo”. Non è stato difficile dare quel brano a Lucio perché non lo sentivo adatto a me”.
“Ai talent show partecipano dei bravi ragazzi, sprovvisti però di una cultura musicale. Negli Stati Uniti è diverso. Io mi sono formato musicalmente ascoltando Cat Stevens, Neil Young, Joni Mitchell”.
“Sono felice di andare a Sanremo con Carlo Conti e Maria De Filippi. Partecipo con una canzone che si colloca bene in questo ambito sanremese. Avevo un sogno da realizzare: fare un disco per AISLA. Il progetto è l’esempio di come l’Italia ha una grande forza e un grande cuore. Ho incontrato 24 artisti che hanno accettato di cantare con me”.
“Il 6 marzo terrò un concerto a Milano. Sarà una serata di festa, con tanti ospiti. Il ricavato sarà devoluto interamente ad AISLA”.
Time – Note dal Passato: Kris Kristofferson
“Sono cresciuto a Brownsville, in Texas. Avevo 11 anni quando ho scritto la mia prima canzone “I Hate Your Ugly Face”. Ho lasciato l’Esercito degli Stati Uniti dopo cinque anni di onorato servizio, tre dei quali trascorsi in Germania. In quel momento ho deciso che sarei diventato un cantautore. Quando sono tornato in America sono andato a vivere a Nashville. Ho abbandonato una promettente carriera militare per la musica. Ero capitano, pilotavo elicotteri, sarei dovuto andare a West Point a insegnare letteratura. Prima di pubblicare un disco ho fatto diversi lavori: pilota di elicotteri sul Golfo del Messico, barista, portiere”.
“Ho lavorato come tuttofare negli studi della Columbia mentre Bob Dylan registrava l’album “Blonde On Blonde”. Parlavo spesso con sua moglie. Lui arrivava il pomeriggio, entrava in studio, si sedeva al piano, e rimaneva da solo con i suoi occhiali scuri. Il suo manager Albert Grossman, la band ed io nell’attesa giocavamo a carte, a biliardo o a ping pong. Nessuno lo disturbava mentre componeva. Dylan, il mattino seguente, spuntava con uno dei suoi capolavori e si cominciava a registrare”.
“A Nashville era abbastanza facile riuscire a piazzare qualche canzone. Oggi la country music è molto cambiata, i musicisti hanno un po’ perso di vista le loro radici. Ho vissuto il periodo d’oro di Nashville. Credo che artisti come Bob Dylan, John Prine, Willie Nelson, Merle Haggard adesso non avrebbero le stesse possibilità di emergere”.
“I miei genitori non approvavano il mio desiderio di diventare un cantautore. Le cose sono cambiate quando mi hanno conferito la laurea ad honorem. In quella occasione ero accompagnato da Johnny Cash. Mia madre lo ha abbracciato quasi piangendo per la felicità”.
“Ho lasciato detto che, quando morirò, sulla mia lapide vengano incisi i primi versi di “Bird On The Wire” di Leonard Cohen. Ricordo quando l’ho sentito per la prima all’Isola di Wight. Non era un pubblico facile. Io mi ero esibito al Troubadour di Los Angeles e al Bitter End nel Greenwich Village, a New York. Mi sono ritrovato su quel palco, davanti a mezzo milione di persone urlanti, che non avevano mai sentito il mio nome. Per me non è stata una passeggiata. L’ultimo giorno è arrivato Leonard Cohen, indossava un impermeabile sopra il pigiama. Appena ha iniziato, tutti sono rimasti rapiti dalla sua voce”.
“Janis Joplin ed io eravamo amici. Amavo il suo senso dell’umorismo, la sua passione, la sua voce nera. Era una persona vera. La sua morte, così giovane, è stata una tragedia”.
“E’ stato Dennis Hopper che mi ha permesso di lavorare nel mondo del cinema. L’avevo conosciuto prima che iniziasse a girare “Fuga da Hollywood”, il film dopo “Easy Rider”. Tra i film che ho interpretato, “E’ nata una stella” è quello cui sono più legato. Mi ha permesso di guadagnare bei soldi. E per questo devo ringraziare Barbra Stresand”.
“Johnny Cash aveva qualcosa di superiore rispetto agli altri musicisti country. La sua anima era profonda. La prima volta che gli ho stretto la mano è stato nel backstage del Grand Ole Opry. A quei tempi ero ancora nell’esercito. Non mi sono mai sentito rilassato accanto lui, tranne quando eravamo insieme sul palco. Anche Bob Dylan, quando lo ha incontrato al Newport Folk Festival, è rimasto stregato. La loro amicizia ha contribuito alla crescita della country music, facendola arrivare al grande pubblico”.